13/10/2004

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Nell’ambito delle manifestazioni e degli incontri previsti da “BergamoScienza”, si è tenuta una conferenza sul tema: “Etica, scienza, fede e diritti dell’uomo”.
Al Cardinale Renato Martino, che figurava tra i relatori, Giovanni Caprara ha chiesto: “Scienza e fede: che cosa le unisce?”; e il porporato ha risposto: “La scienza deve servire l’uomo. E lo scienziato non deve aver la pretesa di andare oltre in nome del razionalismo, non deve trasformarsi in ideologo perché allora tradisce il suo scopo principale. Se la scienza lascia l’essere umano al centro delle sue preoccupazioni, se considera l’uomo immagine di Dio rispettandone la dignità, allora scienza e fede sono unite. La Chiesa non ha aspettato il 1948 per scrivere la difesa dei diritti umani, questo per noi è sempre stato il principio fondamentale”.
“E invece che cosa le divide?”, ha domandato allora Caprara; e il Cardinale ha ribattuto: “Come diceva Paolo VI la scienza è sovrana nel suo campo. Ma è ancella rispetto all’uomo, re della creazione. Se essa rifiutasse di servire, se non tendesse più al bene, al progresso dell’umanità, diventerebbe sterile, inutile e, diciamolo, nociva: questa è la scienza che non possiamo condividere” (Corriere della Sera, 11 ottobre 2004).
Siamo convinti anche noi che sia “nociva” una scienza che, a causa del suo materialismo (più che del suo “razionalismo”), non si ponga al servizio dell’uomo, ma non ci sembra, per quanto riguarda il resto, che le cose stiano così come ci vengono presentate.
La scienza attuale (che ripone la sua fede nella “trinità” di materia, energia e informazione) e la Chiesa ci appaiono infatti unite nella pretesa di “erudire il pupo” (d’imporre cioè all’uomo le loro verità, mortificando così la sua libertà), ma al tempo stesso divise, poiché, essendo tali verità contrastanti, il “pupo” se lo devono contendere (come nelle “guerre di religione”) o quantomeno spartire (“la scienza è sovrana nel suo campo”- corsivo nostro).
Afferma il Cristo-Gesù: “Se persevererete nei miei insegnamenti, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31).
Ebbene, tanto la scienza attuale che la Chiesa vorrebbero invece che gli uomini perseverassero nei loro insegnamenti, per conoscere una “verità” che li priverà dei loro “diritti” animico-spirituali e li farà non-liberi poiché li convincerà, nel primo caso, di essere naturalisticamente (geneticamente o neurologicamente) determinati e, nel secondo, ad ascoltare, non quanto ispira loro il Cristo dal profondo dell’anima e attraverso l’Io spirituale (“Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” – Mt 28,20), ma solo quanto viene trasmesso e dettato loro dalla Chiesa. Dice infatti Cipriano: “Extra ecclesiam nulla salus”, e afferma il Dizionario di teologia: “La Chiesa è necessaria alla salvezza nella stessa misura e nello stesso modo come lo sono Cristo, la fede, il battesimo, ciascuno nella sua modalità particolare” (K.Rahner-H.Vorgrimler: Dizionario di teologia – TEA, Milano 1998, p.98).

Di Lucio Russo
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