24/06/2008

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Nel Giornale Online Effedieff.com, Arai Daniele e Stefano Maria Chiari perseverano (1), da cattolici tradizionalisti, nello scagliarsi contro Rudolf Steiner e l’antroposofia, brandendo il mallus maleficarum (il “martello delle streghe”).
Vale per loro, tuttavia, quanto disse una volta Goethe: “C’è chi dà ripetute martellate contro il muro e crede ogni volta di colpire il chiodo”.
Ma per quale ragione “crede ogni volta di colpire il chiodo”? Per la semplice ragione che non sa quale sia o dove stia il chiodo, così come Daniele e Chiari non sanno quale sia o dove stia l’antroposofia.
E’ giusto, d’altro canto, che vada così, perché l’insegnamento di Steiner (in quanto “via del pensiero”) si rivolge a quanti amano anzitutto pensare e non a quanti preferiscono anzitutto credere.
Scrive appunto Daniele: “O si vive come si pensa e si pensa come si crede, o allora si crede come si pensa e si pensa come si vive”. Nemmeno contempla, dunque, la possibilità che esistano degli uomini che credono e vivono come pensano.
Di che cosa allora discutere?
Sia chiaro, rispettiamo coloro che preferiscono anzitutto credere, ma vorremmo pregarli di non occuparsi di ciò che non è fatto per loro e di andare a martellare altrove.
Lo diciamo nel loro interesse. Ancora Goethe avverte infatti: “Tutti gli avversari di un’opera geniale è come se battessero su dei carboni ardenti: fanno sprizzare scintille da tutte le parti e così portano il fuoco dove altrimenti non sarebbe arrivato”.

Nota (1): vedi “Noterelle” 10 e 15 febbraio 2008.

Di Lucio Russo
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