Piccola riflessione (gnoseologica) sugli spettri e l'”ottava sfera”

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Nella Noterella del 28 marzo 2015, abbiamo detto che una volta passati in modo intellettuale dalla realtà sensibile all’astrazione è poi possibile passare, sia in modo scientifico spirituale (attivo) dall’astrazione alla realtà sovrasensibile, sia in modo intellettualistico (passivo) dall’astrazione a un’ulteriore astrazione, ossia al virtuale; e abbiamo aggiunto, parafrasando Douglas Rushkoff, che quando si passa, in modo intellettualistico, dall’astrazione a un’ulteriore astrazione si ha una “precessione delle astrazioni” (o un’astrazione al quadrato) che trascina nel sub-sensibile.
Passare in modo scientifico spirituale dall’astrazione alla realtà sovrasensibile significa passare anagogicamente dalla coscienza rappresentativa alla coscienza immaginativa, mentre passare in modo intellettualistico dall’astrazione a un’ulteriore astrazione significa passare catagogicamente dalla coscienza rappresentativa all’incoscienza immaginativa (in certo modo equivalente, per dirla nei termini de La filosofia della libertà, al “realismo metafisico”) (1).
In che cosa consiste l’incoscienza immaginativa? Nel prendere le immaginazioni (le lucciole) per rappresentazioni (per lanterne), ossia per immagini della realtà sensibile (fisico-minerale), e non della realtà animico-spirituale. Le immaginazioni prese per rappresentazioni sono “spettri”.
Tutte le volte in cui, avendo varcato artificialmente (strumentalmente) il confine della percezione dei sensi, si crede di osservare qualcosa di sensibile, si osservano dunque degli spettri.
(“Le entità che compenetrano il corpo astrale e non lo lasciano libero si chiamano “demoni” […] Gli “spettri” sono altre entità che compenetrano il corpo eterico e dalle quali bisogna liberarsi; infine ne esistono altre che compenetrano il corpo fisico e sono chiamate “fantasmi” [2].)
Scrive Goethe: “Per se stesso e in quanto si serve dei suoi sensi integri l’uomo è il maggiore e il più preciso strumento di fisica che possa esistere; ed è appunto la maggior calamità della fisica moderna quella di aver quasi scisso gli esperimenti dall’uomo, di pretendere di conoscere la natura solo attraverso ciò che ne rivelano gli strumenti artificiali, anzi, di voler con questi limitare e decidere ciò che essa è in grado di fare” (3).
Si pensi, ad esempio, agli atomi e alle particelle.
Come insegna La filosofia della libertà, il “tavolo” è un concetto, non un percetto (una percezione sensibile): mediante i sensi fisici, noi percepiamo infatti un quid che pensiamo come “tavolo”. Gli atomi e le particelle non sono invece né percetti né concetti: sono nomi dati non a cose, ma ad eventi o fenomeni energetici sub-sensibili che, dopo essere stati strumentalmente osservati, vengono rappresentati, reificati o, come dirà tra breve Steiner, “solidificati”.
Un giorno, la “giovane studiosa di filosofia” Grete Hermann (1901-1984), a Werner Heisenberg che affermava: “Gli atomi non sono né cose né oggetti”, domandò: “E cosa sarebbero dunque?”, e Heisenberg rispose: “Non abbiamo i termini adatti per dirlo, perché la lingua che parliamo si fonda sull’esperienza ordinaria, alla quale gli atomi non partecipano. Ma se le sembra che così dicendo voglia eludere il problema, potrei dire che gli atomi sono parti di una situazione osservativa (corsivo nostro), e parti utilissime per spiegare certi fenomeni di cui si occupa la fisica” (4).
(Gli atomi, dice Steiner, “devono essere considerati come oggetti spaziali ideali [corsivo nostro] la cui sostanza è il risultato di direzioni di forze che si incontrano” [5].)
Possiamo dunque dire: le immaginazioni (libere dai sensi) sono manifestazioni (simboli o icone) della realtà extrasensibile (sovrasensibile); le rappresentazioni (vincolate ai sensi) sono manifestazioni (segni) della realtà sensibile; gli spettri sono rappresentazioni della realtà extrasensibile (sub-sensibile), e quindi illusioni, inganni o menzogne (idola scientiae, direbbe Bacone).
(L’atomo e la molecola, afferma Steiner, “non sono altro che teorizzazioni e fantasie applicate ai fenomeni” [6].)
Perché possono darsi questi spettri? Lo spiega qui Steiner: “Ripensiamo ora alle condizioni dell’antica Luna descritte nella Scienza occulta: erano tali perché nulla di materiale era ancora presente, altrimenti sarebbe stata una terra e non la luna. Con il formarsi dell’elemento minerale nasce la quarta sfera [preceduta dalla prima di Saturno, dalla seconda del Sole, dalla terza della Luna e seguita, in futuro, dalla quinta di Giove, dalla sesta di Venere e dalla settima di Vulcano]. Con l’intervento di Lucifero e Arimane, che strappano alla quarta sfera l’elemento minerale introducendolo nella terza, si ha di nuovo una ripetizione della Luna, ma con il minerale che in realtà appartiene alla Terra. Si noti bene dunque: invece che esserci semplici immaginazioni, queste vengono solidificate con l’elemento minerale sottratto alla terra. Vengono così rese solide, si creano immaginazioni solidificate. Noi ci troviamo immersi in un mondo di immaginazioni solidificate che non sono immaginazioni lunari, solo perché furono rese solide con materiale terrestre. Esse sono spettri, il che vuol dire che dietro il nostro mondo ve ne è uno di spettri creati da Lucifero e Arimane” (7).
Gli spettri, in quanto rappresentazioni della realtà extrasensibile (sub-sensibile), non sono dunque né carne (Terra) né pesce (Luna). “Dietro il nostro mondo” (percepito dai sensi) non vi sono dunque, come si crede, i costituenti (atomici e sub-atomici) della materia, bensì gli “spettri creati da Lucifero e Arimane”.
Pensare di poter arrivare a scoprire, grazie a questi, l’essenza del mondo che si dà ai sensi e all’intelletto è pertanto un’illusione.
(“Si hanno immaginazioni e non si trova nell’ottava sfera ciò che costituisce l’essenziale della quarta sfera. L’essenziale della quarta sfera, come già ho accennato ieri, è che il mondo è impregnato dell’elemento minerale” [8]; “La prima cosa necessaria affinché l’uomo possa rimanere sulla Terra nel modo giusto, è una conoscenza veramente pura del mondo sensibile. In epoche passate non esisteva una simile conoscenza pura, perché nella vita animica degli uomini interveniva sempre un elemento visionario, immaginativo, e presso i greci ancora la fantasia” [9]; “Si può semplicemente prendere come criterio, per vedere se si capisce o non si capisce qualcosa della vera scienza dello spirito antroposofica, il modo in cui ci si comporta verso queste cose. Se si crede di apprendere qualcosa di importante sul mondo più attraverso visioni o allucinazioni che non attraverso la percezione dei sensi, allora non si ha veramente comprensione sufficiente per la scienza dello spirito antroposofica” [10].)
E’ questa una verità che chiunque studi e pratichi con serietà e amore la scienza dello spirito antroposofica può arrivare a comprendere, così da poter distinguere, come invita a fare Steiner, ciò che nella scienza odierna è “scienza” da ciò che non lo è.
Si meditino, per concludere, queste parole di Paolo: “Noi predichiamo la sapienza, non la sapienza di questo secolo, né dei prìncipi di questo mondo, che saran ridotti a nulla; ma predichiamo la sapienza di Dio, misteriosa e nascosta, quella sapienza che Dio prima che fossero i secoli, aveva già destinata per la gloria nostra, sapienza che nessuno dei prìncipi di questo mondo ha mai conosciuto […] Nessuno dunque s’illuda; se qualcuno tra di voi si stima sapiente secondo il mondo, diventi stolto per divenire sapiente. Perché la sapienza di questo mondo è stoltezza davanti a Dio” (1 Cor 2, 6-8 e 3,18).

P.S.
Da Il cervello, la mente e l’anima (12 dicembre 2001): “Scrive John D.Barrow: “Negli ultimi anni si sono accumulate con continuità prove a conferma dell’idea di Zweig e Gell-Mann che i protoni e i neutroni non sono particelle elementari. Negli esperimenti di diffusione (scattering) essi si comportano come se contenessero tre costituenti microscopici, che si manifestano attraverso la figura di diffusione che si presenta quando protoni e neutroni vengono bombardati. Però nessuno ha mai osservato uno di questi quark di cui è costituita tutta la materia”. Fatto sta che laddove s’incontrano con queste forze, tutti si limitano a figurarsi la presenza di una realtà alla quale, per un pregiudizio filosofico che ha ormai assunto il carattere di una vera e propria “fissazione” (in senso psicodinamico), attribuiscono natura materiale (…) Non ci si faccia incantare dal fatto che da tali realtà sconosciute si siano ricavati degli effetti pratici (in non piccola parte peraltro distruttivi). La differenza tra un “mago” e un “apprendista stregone”, come insegna la nota ballata di Goethe, risiede proprio nel fatto che il primo manipola forze che conosce e quindi domina, mentre il secondo manipola forze che non conosce e quindi non domina”.

P.P.S.
Va aggiunto, per completezza, che sono “spettri” non solo le rappresentazioni della realtà extrasensibile (sub-sensibile), ma anche le rappresentazioni alterate della realtà sensibile. Afferma Steiner: oggi “ognuno si dice che, se si ha un piccolo essere vivente che non si vede a occhio nudo, mettendolo sotto il microscopio e ingrandendolo lo si vedrà. Si deve però ammettere che quell’ingrandimento è una menzogna: ingrandisco sì quell’essere, ma non ho più lui, bensì uno spettro. Quel che vedo non è più realtà; ho messo una menzogna al posto della verità. Per la concezione di oggi il mio discorso è pazzia, eppure è la verità” (11).

Note:

01) cfr. R.Steiner: La filosofia della libertà – Antroposofica, Milano 1966;
02) R.Steiner: La saggezza dei Rosacroce – Antroposofica, Milano 1959, p. 65;
03) J.W.Goethe: Massime e riflessioni – TEA, Roma 1988, p. 160;
04) W.Heisenberg: Fisica e oltre. Incontri con i protagonisti 1920-1965 – Boringhieri, Torino 2000, p. 134. Riguardo ai “quanti”, si considerino queste parole di Rhodri Evans e Brian Clegg: Max Planck “ipotizzò che la luce potesse essere solo in pacchetti, che definì “quanti”. L’energia di ognuno era calcolata dalla formula E=hf (dove f indicava la frequenza della luce e h la costante che oggi conosciamo come costante di Planck). La maggior parte dei fisici ritenne appropriata la soluzione proposta da Planck ed egli stesso la ritenne nulla più che un metodo di calcolo: non pensava certo che i quanti esistessero realmente” (R.Evans-B.Clegg: Albert Einstein in I dieci geni che hanno cambiato la fisica e il mondo intero – Newton Compton, Roma 2016, p. 181);
05) R.Steiner: Impulsi scientifico-spirituali per lo sviluppo della Fisica – Antroposofica, Milano 2013, vol. I, p. 174;
06) ibid., vol. II, p. 47;
07) R.Steiner: Il movimento occulto nel secolo diciannovesimo e il mondo della cultura – Antroposofica, Milano 1993, pp. 83-84;
08) ibid., p. 81;
09) R.Steiner: Impulsi evolutivi interiori dell’umanità. Goethe e la crisi del secolo diciannovesimo – Antroposofica, Milano 1976, p. 31;
10) R.Steiner: Le basi conoscitive e i frutti dell’antroposofia – Antroposofica, Milano 1968, p. 77;
11) R.Steiner: Il corso dell’anno come respiro della terra – Antroposofica, Milano 2006, p. 79.

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Di Lucio Russo
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