11/12/2003

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Giustamente convinto che “l’”unità dell’Europa” sia necessaria non solo in senso giuridico, economico e politico, ma anche e soprattutto in senso spirituale” (G.Reale: Radici culturali e spirituali dell’Europa – Cortina, Milano 2003, p.XXVI), che “non è la Costituzione che crea il cittadino, ma, viceversa, è lo spirito del cittadino (e lo spirito dei suoi rappresentanti) che crea la Costituzione e la rende efficiente” (p.XI), Giovanni Reale sostiene che, per “far rinascere un nuovo “uomo europeo”, e quindi quella spirituale “Idea di Europa”, che risulta in larga misura assente nella bozza della Costituzione” (p.XVIII), occorra porre anzitutto rimedio “allo squilibrio sempre crescente fra il progresso tecnologico ed economico, da un lato, e il mancato progresso dell’uomo nelle dimensioni spirituale, etica e sociale, dall’altro. Anzi, sconcerta il fatto che l’uomo sembri aumentare sempre più ciò che ha mentre regredisce in ciò che è”(p.132).
L’uomo, tuttavia, in tanto aumenta “sempre più ciò che ha mentre regredisce in ciò che è” in quanto è oggi convinto di essere ciò che ha: di essere, ossia, il corpo che ha o l’anima (la psiche) che ha, ma non lo spirito (l’Io) che è.
Per porre rimedio allo squilibrio denunciato da Reale, occorrerebbe dunque sviluppare e rinnovare l’autocoscienza: vale a dire, la coscienza che abbiamo di noi stessi.
Questo, con buona pace di Reale, è però compito che può assolvere una scienza dello spirito (in quanto espressione della moderna “anima cosciente”), ma non una filosofia o una dottrina dello spirito (in quanto espressione dell’antica “anima razionale o affettiva”).
Non facciamoci dunque illusioni: non rinascerà nessun nuovo “uomo europeo” e nessuna spirituale “Idea di Europa” fintantoché non si considererà la possibilità di dar vita a un’altra scienza (per quel che riguarda, ovviamente, il vivente, l’animico e lo spirituale) e si continueranno perciò a ignorare il goetheanismo e l’antroposofia di Rudolf Steiner che, proprio della cultura europea o mitteleuropea, costituiscono, rispettivamente, il fiore e il frutto più preziosi.

Di Lucio Russo
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