22/07/2004

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Dice Luciano Caglioti (Il Messaggero, 19 luglio 2004) che l’ultimo libro di Rita Levi Montalcini, Abbi il coraggio di conoscere (Rizzoli, Milano 2004), è un “inno al pensiero libero e responsabile”.
Non ne dubitiamo. Pensiamo anche noi, infatti, che “una grande scoperta – come afferma Leopold Stephen Ruzicka (scopritore degli ormoni sessuali e premio Nobel 1939) – è quasi sempre una vittoria su un pregiudizio”.
Ci auguriamo, pertanto, che gli attuali ricercatori, seguendo l’invito della Montalcini (che dovrebbe però cominciare a dare l’esempio), non solo vincano quei pregiudizi naturalistici o materialistici che li inducono a spiegare funzioni quali la “percezione”, la “memoria” o il “controllo motorio” con l’attività di particolari “aree cerebrali”, ma si rendano anche conto che sono proprio siffatti pregiudizi a ingenerare quella “maldiretta carica emotiva” e quella “assenza di un sistema di valori che regoli il comportamento” responsabili – secondo la Montalcini – “dello stato di confusione che è causa dell’attuale crisi”.
O si è forse convinti che si possa ben dirigere la “carica emotiva” e ristabilire “un sistema di valori”, spiegando a tutti, ad esempio, che (secondo quanto scrive Stefano Trincia su Il Messaggero del 18 luglio 2004) non essendo “da escludere che a determinare l’infedeltà negli umani siano dei meccanismi analoghi a quelli dei roditori”, sarebbe auspicabile, ben più che un esame di coscienza, “un intervento di ingegneria genetica o più semplicemente una pillola a base di vasopressina concentrata prima dell’amplesso”?

Di Lucio Russo
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