Nel timore che le poche parole riferite da Pierluigi Battista (Noterella, 23 dicembre 2004) possano non rendere in tutta la loro pregnanza i pensieri di Lidia Menapace sul Natale, riportiamo qui il brano dal quale sono state estrapolate: “Il Natale è una celebrazione che non può essere offensiva per nessun immigrato. Racconta di una famiglia modesta che per avere i documenti richiesti dallo Stato (occupante, in quel caso) deve fare un lungo cammino: come possono non capire quelli che stanno in coda alle questure per i permessi di soggiorno? E arrivati a un momento difficile perché Maria sta per partorire, non trovano posto al Centro di accoglienza e si adattano in un garage (l’equivalente della stalla di un tempo) e lì nasce il bambino, che poi viene scoperto e accolto da lavoratori extracomunitari di quelli che fanno cose umili e negli orari difficili: anche i pastori erano disprezzati ed emarginati nella gerarchia sociale del tempo, e dovevano difendersi dai predoni che miravano alle loro greggi stando svegli la notte. Se poi si soggiunge che la stessa famiglia di lì a due anni prova la persecuzione politica e deve cercare rifugio in Egitto per sottrarsi alle vendette di un feroce re fantoccio dell’imperialismo romano come Erode, il Natale mostra la sua tremenda attualità. E accusa noi per le nostre inadempienze” (http://www.cdbitalia.it/PP_26.htm).
31/12/2004
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