Edoardo Boncinelli, presentando il volumetto di Enrico Bellone, La scienza negata.Il caso italiano, scrive (Corriere della Sera, 9 maggio 2005): “Nella seconda parte il nostro autore riporta e analizza una serie di critiche alla scienza e di veri e propri anatemi contro la “tecno-scienza”, responsabile secondo i vari autori di tutto quanto c’è di negativo nel mondo d’oggi, in un crescendo impressionante di invettive. E’ un’antologia di affermazioni e di considerazioni che vanno dalla riflessione critica, anche se non condivisibile, all’amenità e all’umorismo puro. Si tratta di un gustoso centone di ignoranza, stupidità e bassa retorica, di cui, per dirla con Leopardi, “è anche passato il tempo di ridere””.
In tutta serietà, afferma infatti che Jeremy Rifkin è un “mistificatore dotato”, Edgar Morin uno “sciabo orecchiante”, Emanuele Severino un “rigoroso pensatore monotematico”, Umberto Galimberti una “melodiosa sirena”, Gilles Deleuze un “argomentatore sottile”, Federico di Trocchio un “arruffone”, Marcello Cini un “autentico confuso mentale” e Giulio Maccacaro una “mosca cocchiera”.
Ebbene, confessiamo di essere un tantino invidiosi. Pur essendoci occupati, nelle nostre note e noterelle, di Boncinelli e di Bellone, così come di Severino, di Galimberti e di Federico di Trocchio, mai siamo riusciti infatti a uguagliare, per tatto, garbo e amabilità, lo stile di cui da prova qui Boncinelli.
Sarà forse perché non abbiamo ricevuto un’educazione scientifica altrettanto rigorosa?
13/05/2005
1