20/11/2006

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In un articolo, titolato: “Siamo diventati intelligenti anche grazie alla droga”, e sottotitolato: “Piante allucinogene dall’effetto stimolante hanno attirato le scimmie antropomorfe facendole così progredire”, Roberto Manzocco c’informa che “uno studio realizzato da due scienziati americani, Greg Laden, dell’Università del Minnesota, e Richard Wrangham, ricercatore di Harward”, è giunto alle seguenti conclusioni:
1) che “i nostri antenati – grazie a mascelle particolarmente forti – sarebbero riusciti a cibarsi anche di radici piuttosto dure, a cominciare dai tuberi (alimenti preclusi invece agli antenati degli scimpanzé)”;
2) che “ciò avrebbe consentito loro di abbandonare la foresta pluviale ed espandersi nella savana (ricca per l’appunto di questi ultimi alimenti), cioè nel luogo in cui avrebbero poi subito un rapido processo evolutivo”;
3) che il motivo per il quale “hanno abbandonato la foresta pluviale, che era già in grado di offrire tutto ciò di cui queste scimmie antropoidi avevano bisogno”, è verosimilmente costituito dal fatto che “in Africa sono presenti piante e radici contenenti potenti alcaloidi psicoattivi, cioè in parole povere sostanze stupefacenti” in grado di “ispirare” tali nostri antenati e di stimolare la loro creatività (Libero, 15 novembre 2006).
Grazie a questi scienziati, possiamo dunque cominciare a farci un’idea di quale sia l’origine (seppure lontana) dell’intelligenza che presiede a molte odierne ricerche e, soprattutto, alle conclusioni cui giungono.

Di Lucio Russo
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