01/01/2007

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“Scontro di civiltà”: negli ultimi anni, poche espressioni hanno avuto maggior fortuna di questa, tratta – com’è noto – dal libro di Samuel Huntington: Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale (Garzanti, Milano 2000).
A dire il vero, però, tra “civiltà” che fossero davvero “civiltà”, e in un “ordine mondiale” che fosse davvero un “ordine”, mai potrebbe darsi uno “scontro”.
Se questo si verifica, o minaccia di verificarsi, vuol dire dunque che, all’interno del disordine mondiale, agiscono delle inciviltà: ossia delle culture incapaci, come i nuovi tempi imporrebbero, di universalizzarsi: vuoi perché negano materialisticamente lo spirito; vuoi perché lo affermano, sì, religiosamente, ma soltanto in una delle sue particolari (e pre-moderne) forme di manifestazione.
Ciò vale, in primo luogo, per l’Europa cosiddetta “cristiana”.
Afferma infatti Steiner: “Non si potrebbe trovare una più chiara prova del fatto che oggi il cristianesimo non si è realizzato nel mondo, se non appunto per quel che abbiamo ora detto. Il cristianesimo non è realizzato, perché comprendere appieno il Cristo significa trovare in sé l’uomo in quanto uomo. Il Cristo non è un dio di popolo, non è un dio di razze, non è affatto il dio di qualche gruppo di uomini, ma Cristo è il Dio dell’uomo singolo, in quanto l’uomo singolo è solo parte dell’umanità complessiva” (R.Steiner: Antichi e moderni metodi di iniziazione – Antroposofica, Milano 2006, p. 24).

Di Lucio Russo
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