07/01/2007

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In merito agli organismi geneticamente modificati (Ogm), Edoardo Boncinelli ha a suo tempo dichiarato: “Se è vero che la gente è preoccupata o ha decisamente paura, nessuno può far finta di niente. Se si dovesse prendere in considerazione solo chi protesta violentemente, probabilmente varrebbe la pena di essere secchi e perentori, ma nella misura in cui si rileva una diffusa preoccupazione nella società non ci si può limitare ad affermazioni teoriche. Occorre fare qualcosa. Per esempio, procedere con cautela nell’immissione di elementi di novità, predisporre e rafforzare tutti i tipi di controlli sui prodotti messi sul mercato, transgenici e non transgenici, e contemporaneamente fare uno sforzo per informare la gente su che cosa significhi veramente tutto ciò” (cfr. OGM? Una volta li chiamavamo incroci, 4 giugno 2001).
Non sappiamo se tale “sforzo per informare la gente” sia stato fatto. E’ però certo che non ne è stato fatto alcuno per informare le api.
Libero (4 gennaio 2007), titolando: Le api evitano campi coltivati a Ogm e rinunciano all’impollinazione, dà infatti notizia che “uno studio della British Columbia (Canada)” ha appurato che “nei campi coltivati con colza geneticamente modificata (Ogm) si è verificata una forte riduzione del numero di api presenti e un grave deficit di impollinazione rispetto ai campi con colture tradizionali”. Ci sarà ora da vedere se quella delle api verrà considerata una protesta violenta, e quindi meritevole di una risposta secca e perentoria, oppure una diffusa preoccupazione nella loro società (negli alveari), e quindi meritevole di un ulteriore sforzo d’informazione.

Di Lucio Russo
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