“Due cose sono necessarie – afferma Steiner -, e bisognerebbe davvero scolpirsele nell’anima come regole auree”:
1°) “E’ particolarmente importante che vi siano persone in grado di comprendere con l’intelletto le conoscenze della scienza dello spirito, la conoscenza che viene cercata in mondi soprasensibili. Oggi la comprensione razionale, intellettuale, della scienza dello spirito è straordinariamente necessaria, perché è proprio questo il mezzo per avere ragione delle potenze culturali più resistenti. L’intelletto degli uomini, oggi, è talmente capace che tutta la scienza dello spirito può venir compresa, solo a volerlo. E mirare a questa comprensione, appunto, è un interesse della civiltà non egoistico, bensì universalmente umano”;
2°) “Non abbiamo bisogno soltanto dell’intelligenza, che serve a penetrare il patrimonio dello spirito, ma abbiamo bisogno, prima di tutto e con molta, molta urgenza – sì, come lo devo dire -, abbiamo bisogno, nelle anime umane cui perviene il patrimonio dello spirito, di temperamento, di entusiasmo, fuoco, calore. Abbiamo bisogno di uomini che sostengano con tutta l’anima quel che è patrimonio dello spirito” (Il divenire dell’uomo – Antroposofica, Milano 2007, pp. 61- 62).
Non è facile, purtroppo, incontrare qualcuno che rispetti entrambe queste “regole”. Infatti, i tipi “cefalofili” (nevrastenici), sentendo naturalmente importante la prima, ma non la seconda, finiscono con lo scivolare nell’intellettualismo astratto e filosofeggiante, mentre i tipi “cefalofobi” (isterici), sentendo naturalmente importante la seconda, ma non la prima, finiscono con lo scivolare nel sentimentalismo o nel volontarismo (nell’attivismo).
Sarà forse opportuno ricordare, riguardo ai primi, che l’intelletto (dono dello Spirito Santo) sta all’intellettualismo come la “libido oggettuale” – per dirla in termini freudiani – sta alla “libido narcisistica” o, se si preferisce, “onanistica”.
20/12/2008
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