Alcuni anni fa, leggendo un testo di antroposofia di Rudolf Steiner (13 maggio 1921), venni a conoscenza, con mio profondo stupore, di una sua precognizione:
“Dalla terra nascerà una genia di esseri che per quanto riguarda il loro carattere sono collocati tra il regno minerale e il regno vegetale con una natura di tipo automatico abbondante d’intelletto oltremodo intenso. Con questo movimento, che si diffonderà sulla Terra, questa sarà ricoperta come in una rete, in un tessuto di spaventosi ragni di enorme saggezza, ma che nella loro organizzazione non arrivano neppure al regno vegetale, ragni terrificanti, che s’intrecciano tra loro e che nei loro movimenti esteriori imiteranno tutto ciò che viene pensato dagli uomini con l’intelletto confuso, non stimolato da quanto deve venire per mezzo di una nuova immaginazione in genere e la scienza dello spirito in particolare. Tutti i pensieri di questo tipo irreale degli uomini diventa reale. La terra sarà ricoperta (…) di terribili ragni vegetominerali, oltremodo razionali, ma tremendamente malvagi, che s’intessono tra loro. L’uomo (…) sarà costretto a unirsi con il suo essere con questi tremendi aracnidi vegetominerali. Questa specie di ragni avranno poi un carattere spiccatamente arimanico”.
Il ragionamento che mi accingo a fare è più complicato di ciò che appare; devo per questo ringraziare Francesco Mondora che, nel giugno del 2010, scrivendo delle sue riflessioni su ciò che aveva detto Steiner, lo cita quasi integralmente, riportando anche la data della conferenza. Grazie al suo scritto, messo su internet, mi è stato possibile risalire al parziale contenuto della conferenza sopracitata che avevo letto diversi anni fa su cartaceo. Ciò sta ad indicare che è importante comprendere la genesi di un fenomeno, ma anche come noi usiamo le cose.
La profezia si è avverata: il Web è l’abbreviazione con la quale universalmente si intende il World Wide Web, letteralmente: “Grande Ragnatela Mondiale”.
La data di nascita della grande rete viene comunemente indicata nel 6/8/1991, quando l’informatico Tim Berners-Lee, che lavorava al CERN di Ginevra, pubblicò il primo sito web dando vita al www.. Nell’aprile del 1993, il CERN (Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare) decise di mettere a disposizione del pubblico il www. rinunciando ad ogni diritto d’autore.
Quando nasce il web Mark Elliott Zuckerberg ha sette anni. Nel febbraio del 2004, crea Facebook, un servizio di rete sociale. Dal maggio 2012, Facebook è quotato in borsa.
Originariamente era stato progettato per gli studenti dell’Università di Harvard, ma in breve fu aperto ad altri studenti di altre scuole della zona, e poi a tutti coloro che si dichiarassero maggiori di tredici anni. Probabilmente tale età dipende dal fatto che Zuckerberg, pur definendosi ateo, appartiene alla comunità ebraica, e per la religione ebraica le ragazze diventano “Bat mitzvah” (figlia del comandamento) a dodici anni e un giorno, mentre i maschi diventano “Bar mitzvah” (figlio del comandamento) a tredici anni e un giorno. La maggiore età per sposarsi è quella dei diciotto anni.
Dopo quella data (12/13anni), i ragazzi e le ragazze sono ammessi a partecipare all’intera vita della comunità al pari degli adulti e diventano parimenti responsabili della ritualità, dell’osservanza dei precetti, della tradizione e dell’etica ebraica (Gesù predica appunto a dodici anni nel tempio interloquendo con i massimi sacerdoti).
Ad ogni modo, per il social network di Facebook, da quel momento ci fu una espansione formidabile e nell’ottobre 2012 si contavano circa 1 miliardo di utenti attivi, avendo la possibilità di essere visionato in oltre 70 lingue. Il nome Facebook deriva dal fatto che all’inizio dell’anno accademico, alcune università americane distribuiscono un elenco con nome e fotografia degli studenti per facilitare la socializzazione tra loro (Wikipedia).
Dal 2006 è attivo sulla homepage del profilo personale il News-feed che mostra in successione gli aggiornamenti propri e degli amici.
Si possono creare un numero illimitato di album fotografici, ciascuno dei quali può contenere un massimo di 200 foto. Le foto possono essere “taggate“ (dall’inglese tag: contrassegno): si appone un’etichetta su di una immagine, segnalando chi è presente nella foto e creando un link al suo profilo se si tratta di un altro utente Facebook. Nell’aprile 2010 è stato lanciato il tasto “Mi Piace” con il quale si può esprimere il proprio apprezzamento su alcuni contenuti e informazioni rintracciati nel sito e nel web. Dall’aprile 2011 è possibile effettuare chiamate vocali e dal luglio dello stesso anno con la tecnologia Skype è possibile effettuare videochiamate. A volte qualcuno vuole mandare solo un segnale che è presente, e questo si definisce poke (colpetto sulla spalla). Si può mandare un poke a una persona che non è nella nostra schiera di amici di Facebook e se lui deciderà di accettare premerà il tasto Poke Back. Una volta accettato, i reciproci profili saranno visibili ad entrambi per una settimana.
Sono stati anche sviluppati numerosi videogiochi gratuiti come FarmVille con cui sono connessi undici milioni di utenti … tra i quali molti adolescenti di ritorno.
Cameron Marlow, un sociologo ingaggiato da Facebook, ha reso pubblici i dettagli di uno studio sulle dinamiche sociali degli utenti iscritti a Facebook.
Vi sono degli utenti che hanno delle relazioni passive grazie agli aggiornamenti automatici, feed (flussi). Un altro gruppo utilizza comunicazioni a senso unico come lo sono i commenti a foto, ai messaggi di status, o ai post immessi su una wall ( muro) virtuale. Il terzo gruppo utilizza comunicazioni reciproche tramite chat o e-mail.
Le donne che annoverano una lista di 500 amici rimangono informate in modo passivo solo su 47 utenti mentre i maschi solo su 39. Le donne utilizzano la comunicazione a senso unico con 26 dei loro amici. Gli uomini con 17. Le comunicazioni reciproche solo con 16, mentre gli uomini con 10. Di fatto solo 89 persone su 500 destano un interesse di varia intensità per le donne. Per gli uomini la cifra si riduce a 66 persone.
Riprendendo il filo del ragionamento, vorrei evidenziare un particolare fenomeno che chiunque abbia frequentato la rete ha avuto modo di constatare: la perdita della percezione del tempo. Le prime volte che mi sono avventurato a “navigare” in rete, mi sono trovato ad alzarmi dalla sedia dopo quattro ore, sebbene avessi avuto la percezione errata che fosse trascorsa solo un’ora. Se poi si entra in contatto con gli iscritti di Facebook, il rischio di falso temporale aumenta oltremodo.
Ricordiamoci: erronea percezione del tempo trascorso davanti al terminale, di qualsiasi fattezze esso sia, dallo smartphone, al tablet, al computer.
La popolazione che più si cerca mediante Facebook è sicuramente quella degli adolescenti seguita a distanza da adulti che per prima cosa ricercano in rete i vecchi compagni di scuola o di università, rischiando con ciò di subire lo scippo dei propri ricordi dalle immagini impietose delle ex adolescenti e degli ex ragazzi dal ciuffo ribelle defunto. Del resto ci sarà un qualche valido motivo del perché non si sono più frequentate alcune amicizie. Gli interessi si sono progressivamente differenziati e la vita ci ha spinto ad abitare nuovi progetti, quartieri o città. Il ricordo della propria adolescenza è però molto struggente, con quel suo gusto agro dolce a cui è difficile resistere. Accade ad un certo momento l’inevitabile: qualcuno propone di rivedersi, di fare una rimpatriata, nella speranza che i legami passati siano rimasti in uno stato di quiete dormiente, pronti a ridestarsi al giusto segnale.
Ecco, questo è uno dei momenti più angosciosi del neoritrovato “Adolescent-Fan-Club”. Da ragazzi, alla festa del liceo era tutto un chiedersi: cosa mi metto per poter rimorchiare con più facilità?
Ora la domanda è: come faccio a disfarmi del mio vestito, a camuffare il mio corpo, la pancia, le maniglie del piacere andato, la calvizie imminente, le rughe? In breve: il panico.
Ed ecco un susseguirsi di scuse e contrattempi impellenti, sopraggiunti all’ultimo momento che impediscono a chi più e a chi meno di partecipare a quell’incontro che è di fatto un misto tra Il Grande Freddo e The Rocky Horror Picture Show.
Ovviamente, a volte il tutto finisce molto bene con grandi abbracci e promesse di non perdersi più di vista.
“Sei tale e quale a prima! È incredibile! Qual è il tuo segreto?”. E’ questa una delle frasi più crudeli che si possano pronunciare perché ognuno di noi è da sempre in fuga dalla propria adolescenza ma è, al contempo, incatenato ad essa, ed essere rimasti tali e quali, oltre ad essere un’evidente bugia che di norma si elargisce a fin di bene per lenire le ingiurie del tempo, dall’altra evidenzia che non siamo stati in grado di scolpire il tempo con il nostro io vincente. È una frase che fa scacco matto con una mossa.
Tornando ai ragazzi che navigano sulle onde della rete, è un vero popolo migratore che si muove, incarnando la sollecitazione che Flaubert scrisse ad una sua conoscente: “… fate il giro del mondo nella vostra stanza”.
D’altro canto se l’affermazione di Pascal: “Tutta l’infelicità dell’uomo deriva da una sola causa: dal non saper starsene tranquilli in una camera” è condivisibile, è pur vero che il mondo ha bisogno dell’adolescente quanto l’adolescente ha bisogno del mondo. E non è forse questa società una vedova bianca che soffre per la mancanza della vera adolescenza con il suo contenuto di autentica rivoluzione spirituale e al contempo della visione ecumenica del mondo dei popoli?
Sempre più i ragazzi sono spinti ad un periodo eccessivamente lungo di depressione che altrimenti sarebbe non solo fisiologica ma auspicabile in quanto prodromo del risveglio dell’io.
Il compito dell’adolescente è quello di andare ad esplorare il mondo sovvertendo al contempo le leggi che cadenzano la vita del proprio nucleo famigliare. L’amicizia è un valore basico per quella età. Ovviamente lo è per tutti gli esseri umani di qualsiasi età, ma in quel momento biografico ha una potenza d’azione e di coesione inusitata.
Verso gli ultimi anni dell’ottocento e i primi del novecento, Rudolf Steiner, a seguito delle sue indagini scientifico-spirituali, descrisse con eccezionale precisione la struttura dell’essere umano e squarciò il velo sulla autentica evoluzione umana e cosmica sottolineando, tra l’altro, l’enorme importanza dei sensi fisici e spirituali che caratterizzano l’essenza dell’essere umano terrestre.
Ciò premesso, torniamo ad osservare il nostro ragazzo che nella sua stanza è tutto preso dalla sua principale attività: ricondurre il mondo a sé mediante il formidabile strumento di Facebook. In Giappone esiste un triste fenomeno, quello degli Hikikomori, che vuol dire ” isolarsi”. Fenomeno che si sta espandendo in America e anche in Europa.
Si tratta di ragazzi che hanno scelto di ritirarsi dalla vita sociale e famigliare. L’isolamento dura almeno sei mesi e il comportamento è depressivo con atteggiamento ossessivo compulsivo. Sostituiscono i rapporti sociali diretti con quelli mediati via internet. La scarsa percentuale di suicidi sembra dovuta ad un certo autocompiacimento e narcisismo, tipico dell’età che fa loro vivere lo stato patologico come una radicale sconfessione dei valori della società in cui vivono come intrusi. Tra i vari tentativi di porre rimedio al fenomeno ve n’è uno che punta a far socializzare tra di loro gli Hikikomori ospitandoli in comunità-alloggio lontano dalla famiglia di origine. Esiste anche la possibilità di una figura: la sorella in prestito che interviene nei momenti particolarmente critici di chiusura del ragazzo, cercando di stabilire un contatto e di farlo uscire dalla stanza per prendere parte al programma di reinserimento sociale progressivo.
Rispunta dopo anni la domanda: chi sono i disadattati? I portatori di un futuro troppo lontano per essere normalmente intuito o degli esseri fragili e autodistruttivi che millantano un profondo disprezzo per le leggi dei padri la cui stima segretamente ambiscono?
Ad ogni modo, tralasciando la patologia, osserviamo ciò che accade in un individuo quando sta davanti al computer: dopo ore e ore di surfing nell’etere , tutti i sensi sono allertati e infiammati, eccetto quelli del tatto e dell’olfatto. Il tatto è il senso per eccellenza mediante il quale si esprime la presenza dell’io. Il tatto, in forma più o meno evidente è co-presente negli altri sensi. L’olfatto è invece l’unico senso non mediato dal talamo, struttura posta nel sistema nervoso centrale che può essere paragonato al portiere di uno stabile che controlla chiunque voglia entrare nell’androne. Mediante il talamo l’io controlla tutte le afferenze nervose, gli stimoli che dal mondo esterno cercano di penetrare nell’organismo. A fronte di questa non presenza, Steiner ci dice che si trova direttamente l’io con la sua struttura specifica: l’organizzazione dell’io. Ricapitolando: abbiamo l’attivazione eccessiva del sistema nervoso centrale che può arrivare a quei fenomeni conosciuti come tic, mediante i quali l’eccedenza di calore si scarica con gesti automatici.
Tornando alle amicizie di Facebook, si trascorrono ore a scambiare idee e foto, ma senza il supporto fondamentale del tatto e dell’olfatto, necessari per farci capire chi abbiamo di fronte. Basti pensare ai feromoni (portare eccitamento), sostanze bio-chimiche prodotte da ghiandole esocrine a basse concentrazioni con la funzione di segnali. I feromoni sessuali vengono scambiati per contatto o per stimolo olfattivo. Grazie ad essi riusciamo a percepire chi ci sta di fronte come gradevole o sgradevole e da lì iniziare quel processo istintivo di avvicinamento o di allontanamento fisico ed emotivo.
L’intrattenere una relazione su Facebook per diversi giorni evoca un livello di eros molto forte poiché sollecitato dall’immaginazione di ciò che potrebbe accadere al primo incontro: paura e desiderio. È come se ci fosse la stessa facilità con la quale si confessano al vicino di poltrona del vagone o dell’aereo intime parti della propria vita emotiva. Solo che in questo caso il viaggio dura settimane o mesi prima che, a volte, accada che l’incontro avvenga nella realtà. Quando ciò dovesse accadere, è frequente osservare che i ragazzi cercano subito di baciarsi lo stesso giorno dell’incontro. Di fatto il bacio viene scambiato non dopo aver riconosciuto nell’altro un partner, ma, al contrario, per capire se potrebbe risuonare una eventuale storia futura. Perché questo ribaltamento temporale dell’esperienza intima che è, o dovrebbe essere, il bacio? Il cosiddetto “bacio alla francese” implica il contatto con le reciproche mucose della bocca. Sulle mucose, strutturate da tessuto epiteliale, nervoso e vascolare, si riversano le emozioni e le secrezioni. Ogni emozione evoca secrezioni. Entrambe avvengono in modo incosciente e avviluppano le mucose. Contattarsi con le mucose non è in questo caso sintomo di intimità ma, al contrario, di uno scollamento pervasivo nella popolazione giovanile sempre meno adusa ad esercitare la percezione a pelle.
Tornando alla descrizione che Steiner fa dell’evoluzione umana, egli descrive una trasformazione sostanziale della intima fisicità del corpo. Attualmente, osservando grosso modo un essere umano, possiamo intravedere la presenza del corpo fisico che è intrinsecamente collegato al corpo eterico o vitale che mantiene in vita tutte le parti del nostro organismo. A questa coppia bisogna aggiungere il corpo astrale che si manifesta nella possibilità del movimento animico e fisico e, infine, l’organizzazione dell’ io che ci permette di avere il senso del tutto e una forma fisica adeguata alle nostre necessità. A sua volta l’anima viene continuamente illuminata in modo sempre più ampio in quel periodo di tempo che va dai ventuno ai quarantadue anni. Vi è una qualità dell’anima trasformata dall’incessante agire dell’io che va sotto il nome di “Sé spirituale”. Proseguendo nell’evoluzione avremo la presenza dello “Spirito vitale” e infine dell’“Uomo spirito”. Queste tre ultime metamorfosi riguardano il progressivo incedere nella struttura corporea dell’anima sempre più illuminata dallo spirito e quindi sempre più libera dal peso del corpo fisico che, pur essendo frutto di una eccelsa saggezza spirituale, è nondimeno finito e limitato e con la sua presenza impedirebbe lo sviluppo futuro dell’essere umano. Accade così che in un lontano futuro la base strutturale dell’organismo umano non sarà più il corpo fisico bensì il corpo eterico o vitale e sugli altri corpi, astrale e organizzazione dell’io, si innesterà definitivamente quella parte evoluta dell’anima definita Sé spirituale. La presenza del Sé spirituale permetterà di vivere in modo autentico uno dei valori più importanti dell’umanità: l’amicizia. Amicizia senza più egoismi retrivi che sono oggi alla base dei litigi, delle così dette dinamiche di gruppo. Queste dinamiche sono il sintomo che l’essere umano si sta dirigendo con enorme difficoltà verso la propria evoluzione e che il Sé spirituale inizia sempre più a manifestarsi.
Riassumendo: l’uomo avrà una costituzione composta da corpo eterico, corpo astrale, organizzazione dell’io e Sé spirituale. È questa la struttura fisica degli angeli che non hanno, è cosa risaputa, sesso.
Torniamo alle nostre osservazioni sul fenomeno di Facebook.
Ragazzi e adulti che rimangono ore attaccati alla “Grande Rete” per comunicare e cercare nuove amicizie. Il tutto senza utilizzare due dei più importanti sensi fisici dell’uomo: tatto e olfatto. Il corpo è come silenziato, rimosso, a favore di un eccesso visivo allucinatorio poiché bidimensionale, essendo la realtà del corpo e del mondo tridimensionale. Scomparsa del corpo fisico e presenza dell’amicizia come elemento caratterizzante la dimensione di Facebook.
Sono prodromi in chiave caricaturale di ciò che accadrà in un lontano futuro. Come ridurre la caricatura e migliorare la giusta direzione è il compito che spetta a ciascuno di noi. Senza disconoscere l’enorme importanza della ideazione del web e dei social network, sarà sempre più importante utilizzare questi strumenti come sollecitazione al vero scambio umano, portando il nostro corpo come testimone della nostra onestà d’intenti.
Facebook e il Sè spirituale
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